La Rivoluzione

di DOGMA '95

 

   Cos'è Dogma '95, il movimento a cui appartiene anche il film Così x Caso? Il film Così x Caso è l'ultimo di questi film, ma il movimento nato nel 1995 a Copenaghen da Lars Von Trier, Thomas Vintenber, Soren Jacobsen e Christian Levring ha oramai rivoluzionato gran parte del cinema contemporaneo.

   Contiamo le prossime settimane di avere in esclusiva per l'Italia l'intervista al capo della Segreteria di Dogma '95, David Nielsen Ouro. Intanto potete visitare il sito mondiale www.dogme95.dk e girare nel nostro sito per vedere le news e grosse novità relative a Così x Caso.

 

LA RIVOLUZIONE DI DOGMA 95

Le tecnologie digitali permettono di abbattere notevolmente i costi di produzione e quindi rendono possibile la democratizzazione del mezzo cinematografico. Proliferano infatti sul web piccoli film “fatti in casa”, come l’ormai celeberrimo 405, oltre al fatto che il video amatoriale sia divenuto ormai cifra estetica istituzionalizzata dal Manifesto Dogma 95. 

     

Non foss’altro che per un fattore puramente economico, per chi opera nell’ambito della produzione audiovisiva si è reso necessario affrontare la difficile questione di come far interagire un’invenzione dello scorso secolo, il cinema appunto, con la rivoluzione digitale. L’ostacolo maggiore è quello di far conciliare la natura reticolare del digitale con quella irrimediabilmente lineare del cinema. Uno dei nodi focali su cui ruota la questione è l’interattività: cosa essa significhi e quali modi di interazione siano da ricercare.

Il manifesto del movimento Dogma ’95 è contraddistinto da un forte carattere provocatorio. Ricordo a proposito il decalogo che sta alla base del movimento, il cosiddetto "voto di castità" del cinema. 

Il mettere in pratica le regole Dogma ha prodotto, soprattutto nelle opere dirette dai fondatori del movimento, dei lavori davvero interessanti. I film Dogma (almeno i più rigorosi) non ammettono mezze misure: o vengono apprezzati o vengono stroncati.

Per i sostenitori del movimento danese, l’ultimo Torino Film Festival ha avuto un motivo d’interesse in più: la presentazione nel concorso lungometraggi di Et rigtigt menneske, in italianoUn vero essere umano, film realizzato seguendo i canoni Dogma. Il regista, Åke Sandgren, giunto al suo quinto lungometraggio – ma al debutto in un film Dogma – ha presentato la sua opera alla platea torinese dicendo: "il collettivo del Dogma mi ha offerto carta bianca, accettando di produrre il film senza aver letto lo script. In un film Dogma quello che viene scritto è poi trasferito sullo schermo, senza bisogno di scendere a compromessi". Questa dichiarazione invita a tenere in grande considerazione le opere Dogma perché la casa di produzione permette al regista di esprimere a pieno la propria creatività.

I film Dogma più rigorosi non ammettono mezze misure; maEt rigtigt menneske convince solo a tratti. Tecnicamente infatti le regole Dogma non sono state applicate alla lettera; è presente un uso scarso della camera a mano, la presenza della musica extradiegetica di un carillon ed è stato fatto uso di apparecchiature cinematografiche professionali (dolly, carrelli ecc.).

Per chi segue la produzione del movimento danese inoltre, quest’opera ha portato con se una spiacevole sorpresa: nella numerazione delle opere DogmaEt rigtigt menneskeporta il numero diciotto. Ebbene in Italia sono state distribuite solo le prime tre opere Dogma:Festen di Thomas Vintenberg,Idioti di Lars von Trier e Mifune di Soren Kragh-Jacobsen: e le quattordici opere rimanenti? vedendo l’elenco disponibile nel sito ufficiale del movimento si può osservare che sono stati realizzati film Dogma in America, Francia, Corea, Argentina e perfino in Italia (titolo dell’opera Diapason). E’ un gran peccato che opere caratterizzate da un grande sforzo innovativo e sperimentale non possano usufruire di alcuna distribuzione nel nostro paese.

 

In un intervento su una rivista on line, il professore danese Palle Scharitz Lauridsen racconta che, dovendo tenere una lezione sul cinema del suo Paese a degli studenti francesi, ha pensato di proiettare loro Festen di Vinterberg. Alla fine della visione, Lauridsen ha domandato agli studenti se fossero rimasti infastiditi dalle modalità della fotografia e del montaggio, e più in generale dall'applicazione pedissequa delle regole del manifesto di Dogma 95. Il professore confessa di essere stato colto di sorpresa dalla risposta: "No, siamo abituati a guardare MTV".

 

L'operazione cinematografica Dogma 95 ha radici in un negoziato di vecchia data tra Lars von Trier e il Ministro della Cultura Jytte Hilden per produrre un numero consistente di film a basso costo. Esasperato dalle lunghe trattative per il budget di Le onde del destino ("Non ne potevo più di aspettare per sapere se avrei potuto girare il film"), il 13 marzo 1995 von Trier redige con Thomas Vintenberg il manifesto, provocatoriamente chiamato "Voto di castità", con un decalogo normativo assai preciso volto a facilitare le condizioni produttive del cinema. Immediatamente dopo, nasce il movimento Dogma 95, composto dal sodalizio dei suddetti con altri due registi: l'ex stella del rock danese Soren Kragh-Jacobson e Kristian Levring. I tre film Dogma finora usciti (Festen, Idioti e Mifune), realizzati dalla combriccola danese, hanno deluso le aspettative di gran parte della critica e generato facili ironie sulle farsesche peripezie delle troupe per non violare le regole (è leggendario lo stratagemma escogitato da veri Trier sul set di Idioti quando, avendo saputo che era stata adoperata una prolunga appartenente al fonico e non trovata una location, ne ha impedito l'utilizzo, obbligando gli attori a procurarsene un'altra suonando di casa in casa ai vicini). D'altronde, è innegabile la notorietà internazionale riscossa da questi tre film rispetto a tanti altri prodotti, frutti di manifesti artistici più o meno importanti e rimasti pressoché sconosciuti, a cominciare da quel La naissance d'un sixième art. Essai sur le cinématographè, scritto a Parigi nel 1911 dall'italiano Ricciotto Canudo, con cui venivano gettate le basi teoriche del nuovo mezzo di comunicazione.

 

Come nota John Roberts ("New Left Review", 238, 1999), parimenti a tanti altri editti cinematografici a cominciare dal Neorealismo e dalla Nouvelle Vague, Dogma 95 intende contrapporsi "alla paralisi e alla decadenza del cinema commerciale con la sua finzione corrotta, l'impiego indiscriminato degli effetti speciali e il sentimentalismo deteriore". Se le premesse teoriche non sembrano eccellere in invenzione rispetto ai contributi critici di quest'ultimo decennio (basti vedere gli interventi di Paul Virilio sui "Cahiers da cinéma" a proposito della necessaria fondazione di una "écologie du regard"), la straordinaria perspicacia del quartetto danese, e la sua sostanziale e propositiva differenza rispetto a tutti gli altri manifesti, consiste nell'aver stilato un decalogo normativo incentrato esclusivamente sugli aspetti formali dei linguaggio cinematografico. Così se nel caso di Shining, ad esempio, non possiamo parlare di un film-steadicam, ma di un film che usa la macchina steadicam per una finalità artistica, Idioti è un film Dogma perché fonda la sua struttura portante su una metodologia formale stabilita a priori.

 

Dogma 95 diventa così un marchio di fabbrica seriale che, mantenendo un perfetto equilibrio tra il versante artistico e commerciale, va in direzione di una democratizzazione del mezzo cinematografico: tutte le regole sono una semplificazione dei modi del fare cinema, a partire dal fatto che i film vengono girati su supporto digitale e con la macchina a mano. Non solo Festen è il primo film non realizzato su pellicola a vincere nel 1998 il Festival di Cannes, ma è anche campione d'incassi in Danimarca, dove ha avuto più successo di Titanic. Quando, al Festival di Berlino del febbraio 1999, i produttori di Mifune, vincitore dell'Orso d'oro, sono stati letteralmente presi d'assalto da agenti e distributori che volevano acquistare il film per i loro territori, è apparso evidente che Dogma 95 era ormai diventato un business internazionale.

 

Per alcuni filmaker fare un film Dogma significa semplicemente girare in video e con la macchina a mano per tutto il tempo, e la Danimarca, che non viveva un periodo così fortunato nell'ambito cinematografico dal secondo decennio del Novecento, è diventata la meta più ambita da volenterosi stagisti aspiranti registi. La dice lunga la schietta dichiarazione che Vintenberg ha rilasciato nel documentario di Richard Kelly Dogma 95: "Solo le regole specifiche si sono rivelate utili, come quella di girare con la macchina a mano, o di non utilizzare accessori o scenografie ricostruite. Quando si vive in un piccolo Paese, è necessario urlare per farsi prestare attenzione.

 

Così se da un lato la critica cinematografica continua a indignarsi contro la rigidità normativa del decalogo Dogma, accanendosi a sottolinearne le inevitabili trasgressioni e la debolezza dei risultati, gli addetti ai lavori hanno scoperto d'un tratto che l'autolimitazione, necessità con cui l'industria del cinema si confronta ogni giorno, può anche diventare una provocazione artistica di successo. La qual cosa è particolarmente evidente, ad esempio, per la regola numero dieci del manifesto Dogma che recita "Il nome del regista non deve comparire", perché è esattamente il tacito sottinteso che vige, a eccezione di pochi autori privilegiati, nel mondo del serial: forse che i nomi dei registi di Beautiful sono pubblicati sulle pagine dei programmi televisivi dei giornali?, o i film della serie James Bond vengono associati al nome del regista invece che all'interprete?

 

Oggi il cinema non è più un'arte di pochi, ma potenzialmente di tutti: grazie a Dogma 95, chiunque abbia una videocamera digitale può pensare di poter realizzare il suo lungometraggio e sperare di vincere un Festival internazionale. La reale minaccia al cinema non viene da Dogma 95, e cioè dall'omologazione normativa delle forme (Festen, Idioti e Mifune sono tre film diversissimi tra loro in quanto a stile visivo), ma si annida nella standardizzazione dei contenuti, ovvero in una dittatura seriale, questa sì occulta e pervasiva, che decide a priori la possibilità di realizzare o meno un film. Lars von Trier racconta, in un'intervista ai "Cahiers du cinéma" (503, giugno 1996), di aver ottenuto per la sceneggiatura di Le onde del destino un contributo economico dall'European Script Found. Egli spiega di aver saputo che i progetti, preventivamente scelti da appositi lettori, venivano nella fase finale selezionati con il computer: "Le onde del destino ha ottenuto un buon punteggio. E davvero divertente. Probabilmente aveva gli ingredienti giusti: un operaio che lavora su una piattaforma petrolifera in mare, una vergine, un paesaggio romantico - elementi che il computer deve aver apprezzato!". In questo caso, è la sommatoria macchinica di una tipologia di caratteristiche narrative prestabilite, rispondenti a canoni standard, a decidere la graduatoria per i finanziamenti e, conseguentemente, gli interessi artistici e culturali di un progetto.

 

Nel 2000 in Inghilterra è uscita un'antologia di racconti intitolata All Hail the New Puritans. La prima pagina, che anticipa addirittura l'intestazione del titolo e l'indice, contiene "The New Puritans Manifest": un elenco di dieci regole seguite da dettagliate spiegazioni che ricalcano, nell'ambito della narrativa, il decalogo Dogma. La settima regola, per fare un esempio, proclama: "...In quanto squarci del tempo presente, tutti i nostri testi sono datati e ambientati ai nostri giorni. Tutti i prodotti, i luoghi, gli artisti e gli oggetti citati sono reali" (La settima di Dogma dice: "Sono proibite tutte le manipolazioni spaziali e temporali, vale a dire che il film accade qui e ora"). Il libro è composto da quindici racconti di altrettanti scrittori redatti nel rispetto delle regole enunciate, e uno di loro, Nicholas Blincoe, non é che lo pseudonimo di un gruppo di persone operanti nell'ambito della scrittura, del giornalismo e di attività correlate. Leggiamo nell'introduzione: "Questo non è un manifesto religioso. Potrebbe invece essere l'inizio di una nuova onda. Una possibilità di affogare i dinosauri". Solo i poveri di spirito (di mezzi), erediteranno il Regno dei cieli (del cinema, della letteratura, del futuro).

Ecco il manifesto tradotto in italiano del voto di castitá a cui aderiscono gli autori che vogliono girare in Dogma 95.

 

IL MANIFESTO E VOTO DI CASTITA´  DI  DOGMA  95

 

"Io giuro di sottomettermi al seguente corpo di regole delineate e confermate da DOGMA 95:

 

1) Le riprese devono essere fatte dal vero. Non devono essere utilizzati scenografie e set (se è necessario per la storia un particolare elemento scenografico, si deve scegliere una location in cui è già presente quell’elemento).

 

2) Il suono non deve mai essere prodotto separatamente dalle immagini e viceversa (la musica non deve essere usata a meno che non si senta nell’ambiente in cui si svolge il film).

 

3) La cinepresa deve essere a spalla. Sono concessi tutti i movimenti (e l’immobilità) che si può ottenere a mano (il film non deve svolgersi dove è piazzata la cinepresa; le riprese devono avere luogo dove si svolge il film).

 

4) Il film deve essere a colori. Non sono concesse illuminazione speciali. (Se c’è troppa poca luce per impressionare la pellicola la scena deve essere tagliata o si può attaccare una singola torcia alla cinepresa).

 

5) Il lavoro sulle ottiche e sui filtri è proibito.

 

6) Il film non deve contenere azioni superficiali (omicidi, armi ecc. non devono comparire).

 

7) È proibita l’alienazione temporale o geografica (cioè il film deve avere luogo qui e ora).

 

8) I film di genere non sono accettabili.

 

9) Il formato del film deve essere Academy 35 mm.

 

10) Il regista non deve essere accreditato.

 *Mi impegno inoltre come regista a evitare il gusto personale! Non sono più un artista. Giuro di non creare un’"opera", poiché ritengo l’istante molto più importante del tutto. Il mio fine supremo è costringere la verità a uscire dai miei personaggi e dalle mie ambientazioni. Giuro di fare ciò con tutti i mezzi disponibili e a discapito di ogni considerazione di buongusto o di carattere estetico.

 *Pronuncio a questo modo il mio VOTO DI CASTITÀ. *Copenhagen, lunedì 13 marzo 1995

 

Sito Ufficiale: www.dogme95.dk

 

 

 

 

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