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Non siamo noi la causaChe cosa dice la Scienza...L’impronta dell’Uomo sul riscaldamento globale è evidente in una gran varietà di evidenze sperimentali, per es. da misure da satellite della radiazione infrarossa in uscita , in misure in superficie della radiazione IR diretta verso il basso, nel raffreddamento della stratosfera ed in altre misurazioni.
'In che cosa credono gli scettici? Primo concordano che la Terra si è riscaldata dalla fine delle piccola era glaciale in poi, attorno al 1850. La causa del riscaldamento resta un problema. Coloro che credono al riscaldamento climatico credono che sia prodotto dall’Uomo, mentre gli scettici credono che il riscaldamento sia naturale e che il contributo umano è minimo e certamente non potenzialmente catastrofico come sostiene Al Gore’ (Neil Frank)
Nella scienza c’è solo una cosa migliore delle misure sperimentali eseguite in natura, e consiste in altre misurazioni indipendente tutte finalizzate allo stesso scopo. Esistono molte evidenze sperimentali e tutte quante rivelano l’impronta umana nel riscaldamento globale:
Figura 1:livelli di CO2 ( Linea verde - Law Dome, East Antarctica e linea blu - Mauna Loa, Hawaii), emissioni cumulative di CO2 espresse in Gt di CO2(linea rossa - CDIAC).
La conferma che l’aumento della CO2 è dovuto alla attività umana scaturisce dalla analisi dei diversi tipi di CO2 presenti nell’aria. L’atomo di Carbonio ha diversi isotopi (nuclei con diversi numeri di neutroni). Il Carbonio 12 ha 6 neutroni, il Carbonio 13 ne ha 7. Le piante hanno un rapporto 13C/12C inferiore a quello delle molecole della CO2 atmosferica. Se l’aumento della CO2 atmosferica è dovuto all’uso dei combustibili fossili questo rapporto 13C/12C dovrebbe essere inferiore ( in quanto il tempo di decadimento degli isotopi non è eguale). E questo è proprio ciò che si verifica (Ghosh 2003) ed inoltre il trend segue fedelmente il trend delle emissioni.
Figura 2: emissioni globali annuali di CO2 da uso di combustibili fossili e produzione di cemento in Gt di C per anno (in nero) e medie annuali del rapporto 13C/12C misurato a Mauna Loa dal 1981 al 2002 (in rosso) (IPCC AR4). Una ulteriore conferma si ottiene dalla misura delle concentrazioni di Ossigeno atmosferico. Quando si usano combustibili fossili il Carbonio dei fossili si unisce all’Ossigeno e dà luogo alla anidride carbonica. Ad un aumento della CO2 in atmosfera, corrisponde una diminuzione di Ossigeno. Le misure sperimentali mostrano proprio che le diminuzioni di Ossigeno sono in accordo con la combustione dei combustibili fossili.
Figura 3: concentrazioni di CO2 di Mauna Loa, Hawaii (nero) e di Baring Head, New Zealand (blu). Nell’angolo a destra in basso sono riportate le misure di Ossigeno (O2) di Alert (Canada) ,in viola, e di Cape Grim Australia (ciano) (IPCC AR4 2.3.1 adattato da Manning 2006). L’impronta umana nell’aumento dell’effetto serra Figura 4: Modifiche dello spettro di assorbimento della radiazione IR del 1996 rispetto al 1970 dovute ai gas serra. La “brightness temperature” corrisponde alla temperatura di corpo nero (Harries 2001). Il fatto che minore quantità di calore fuoriesca dalla Terra verso lo spazio è confermato anche da misure eseguite al suolo che hanno trovato più IR rientrante verso il basso. Diversi studi ne hanno dedotto che ciò è causato da una crescita del’effetto serra
Figura 5: spettro della radiazione dei gas serra misurato in superficie. L’effetto serra del vapore acqueo è filtrato, ciò che resta è il contributo degli altri gas serra. (Evans 2006). L’impronta umana nell’andamento della temperatura
Figura 6: (A) Cambiamento della temperatura nella bassa stratosfera, osservata dai satelliti (UAH, RSS) e con palloni sonda (HadAT2 and RATPAC), relativo al periodo 1979-1997,lisciato con media mobile di 7 mesi. Le principali eruzioni vulcaniche sono indicate dalle linee tratteggiate blu verticali (Karl 2006). Se l’aumento dell’effetto serra causa riscaldamento, dovremmo aspettarci che il riscaldamento delle notti avverrà prima di quello delle ore diurne. Ciò in quanto l’effetto serra agisce sia di giorno che di notte. Se invece il riscaldamento fosse causato dal Sole dovremmo aspettarci un trend più pronunciato per le temperature diurne. Si osserva invece una diminuzione di notti fredde maggiore della diminuzione di giorni freddi,e un aumento delle notti calde superiore alla crescita di giorni caldi (Alexander 2006). Tutto ciò è in accordo con il riscaldamento da effetto serra. Figura 7: trends osservati ( in numero di giorni per decennio) per il periodo 1951-2003, del numero di giorni e notti estremamente freddi e caldi. Vengono definiti freddi quelli del 10% più bassi. Caldi quelli del 10% più in alto. La linea arancione il trend decennale (IPCC AR4 FAQ 3.3 adattato da Alexander 2006). Translation by lciattaglia, . View original English version. |
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Le argomentazioni degli scettici...